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Processione Venerdì Santo, Pasqua in Umbria

L’

origine della processione risale ai movimenti laici penitenziali del XIII secolo. Dalla metà del duecento in molte città, soprattutto dell’Italia centro-settentrionale, presero vita varie confraternite religiose. I membri di queste confraternite venivano chiamati disciplinati, battuti, flagellanti (dall’atto fisico del flagellarsi), oppure con termine più popolare “sacconi”, dal grande saio col quale gli iscritti alle confraternite erano soliti vestirsi in occasione di cerimonie e processioni. La Processione è da sempre organizzata dall’antica Confraternita di Santa Croce della Foce che ha sede nell’omonima chiesa situata appena fuori dalle mura medioevali di Gubbio. Il lento incedere della processione viene accompagnato da un canto antichissimo: il “miserere”. Il testo latino del canto è ispirato al più celebre dei salmi, composto da David tremila anni fa. Esso esprime profondi sentimenti di pentimento e un desiderio intenso di purificazione. L’autore della musica è ignoto, ma questo antico canto, tramandato oralmente, è miracolosamente sopravvissuto attraverso i secoli. Due gruppi di cantori si alternano nelle strofe: quello che segue la scultura lignea seicentesca del Cristo e il secondo, che si stringe attorno alla statua della Madonna Addolorata. I cantori e i portatori del Cristo Morto vestono un saio bianco con cappa nera. Stessa veste per i portatori e i cantori della Madonna Addolorata, con cappa blu.